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Fabrizio Ferrero, presidente, partner e direttore creativo esecutivo Forchets
Un'immagine dell'evento Cardiolab
Un'immagine dell'evento Cardiolab
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Ferrero/Forchets: adv ed eventi hanno la stessa logica, frutto della stessa anima

21/09/2009

Forchets l’aveva annunciato giusto un anno fa: “dopo il digitale sarà la volta degli eventi ”. Così è stato. E Fabrizio Ferrero, presidente, partner e direttore creativo esecutivo, si dice felice di soffiare sulla prima candelina in occasione di un evento come il recente organizzato per Cardiolab.

Inutile negare che quando gli eventi si inseriscono all’interno di un contesto creativo il risultato dovrebbe essere un approccio strategico, più che operativo, sbaglio?
“E' esatto. Ed è proprio questo il motivo della nascita e della ragion d'essere di un reparto OUTheLine che pensa e agisce insieme all'AboveTheLine o BelowTheLIne in una logica davvero integrata”. 

Quanto la nuova concezione di comunicazione è ‘passata’ ai clienti. In quanti hanno capito che realmente non si tratta più di un sistema adv centrico?

“Nel momento stesso in cui Forchets presenta un progetto multimediale si comprende la potenza della formula”.

Qual è il vostro modo di intendere l’evento?
“L'ideazione dell'evento, la sua costruzione risponde esattamente alla stessa logica della costruzione di una campagna adv. Risponde alla stessa copy strategy”.

In che modo dialogate con le altre anime Forchets?
“In realtà le persone che lavorano all'adv o al web sono le stesse che pensano all'evento. L'anima è davvero unica. La mission Forchets vale per tutti . Questo è il punto fondamentale. Questo è quello che ci rende unici e che dà potenza alla formula”
.
Eventi e guerriglia, facce di una stessa medaglia? Come evitare l’effetto marmellata, la noia per l’eccessiva inflazione?
“Tutto ciò che si comunica deve essere faccia della stessa medaglia, cioè della marca. Si deve sempre battere sugli stessi punti, promesse, valori. C'è quindi una marmellata buona e poco stucchevole che è la sinergia e la coerenza. Una strategia di comunicazione forte con un'idea creativa chiara, che viene declinata esaltando le diverse potenzialità che ha un evento piuttosto che un guerriglia. Se, invece, a un estremo, succede che eventi e guerriglia non si parlano perchè eseguiti su concetti creativi diversi, oppure, all'altro estremo, il concetto creativo viene ripetuto pedissequamente, allora si sbaglia due volte. Si sprecano soldi e non si lavora per la marca”.

E’ vero che l’evento è uno degli strumenti più costosi in termini di rapporto costo contatto?
“Il punto è se il costo contatto sia l'unità di misura migliore per valutare a priori l'efficacia di un evento. Non si possono paragonare ceteris paribus una campagna tabellare a un evento, un mass media a un media one to one. Se sfruttiamo bene un evento abbiamo la possibilità di interagire direttamente con i nostri utenti o consumatori, possiamo far assaggiare o provare i nostri prodotti/servizi, possiamo registrarli e rintracciarli successivamente. Sono due medium molto diversi, che hanno obiettivi diversi e quindi vanno utilizzati in logica complementare e multimedia”.
Cosa fa di un evento un successo?
“Una strategia di marca, un’idea forte e pertinente alla strategia, un budget adeguato".
Di recente si è svolto l’evento da voi organizzato per Cardiolab. Che risvolto strategico ha avuto, quali gli obiettivi e quanti quelli raggiunti?
“Cardiolab, di Bayer Healthcare, è nostro cliente da già quasi un anno e questo evento rientra nella strategia di comunicazione integrata per lui ideata, che ha compreso anche il restyling del sito internet effettuato da Forchets Digital insieme a MediaCom, l'immagine coordinata, oltre al supporto creativo per le attività collaterali di lancio del sito, come fiere e convegni, e il recente sviluppo di un'applicazione per iPhone per calcolare l'indice di massa corporea (Bmi). In particolare, l'evento aveva l'obiettivo di presentare alla stampa etica e non etica i risultati del progetto Cardiolab. Partendo del concetto che non esiste prevenzione senza informazione, si è deciso di rendere gli invitati protagonisti di un percorso informativo-interattivo, in cui i principali fattori di rischio cardiocerebrovascolare sono rappresentati come degli ostacoli da superare. La location è stata allestita seguendo questo filo conduttore, dalla prima sala, trasformata in una pista di atletica con il battito di un cuore che accompagna i partecipanti ostacolo dopo ostacolo, al catering, strutturato per offrire un'esperienza di cucina salutare. Il feedback dei partecipanti ci ha dimostrato che abbiamo trovato la strada giusta”.

 

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