Comunicazione e marketing, il futuro li vuole alternativi
05/09/2007
Due le macro evidenze emerse dall’edizione 2007 dell’americana VSS Forecast. Da un lato il settore della comunicazione Usa che continua la sua crescita, puntando a divenire nel 2011 il terzo per importanza economica. Dall’altro, la disaffezione della gente per i media, nel senso che diminuisce il tempo ad essi dedicato, come già denunciato nel 2006. Il tutto a vantaggio dei media digitali, veloci e immediati. Non a caso, per il 2011, l’America si aspetta che internet diventi il più importante segmento di raccolta pubblicitaria, sorpassando i quotidiani.
In media, i consumatori americani, nel 2006, hanno passato circa 3,53 ore al giorno in compagnia dei media, segnando un - 0,5% rispetto al tempo che agli stessi avevano dedicato nel 2005. E non è finita. Come mostra la ventunesima edizione della Veronis Suhler Stevenson's Communications Industry Forecast, la media è destinata a decrescere ulteriormente. Complice internet e il mobile, con la loro immediatezza e velocità d’accesso. Nel dettaglio, infatti, tra il 2001 e il 2006 il tempo speso a favore dei consumer-supported media è cresciuto del 19,8%, contro il ribasso del 6,3% dell’attrazione esercitata da quelli advertising -supported. Il che non significa che il globale comparto sia in crisi, tutt’altro.
La crescita della complessiva spesa in comunicazione stimata per il 2007 è nell’ordine del 6,4%, sino a raggiungere nel 2008 il record del trilione di dollari e definirsi, nel 2011, il terzo settore economico degli Usa. Il punto è che cambiano i modi. Con il predominio dei segmenti più alternativi e lo zampino degli utilizzatori istituzionali che mostrano sempre maggior attenzione al media, integrando online e digitale nell’obiettivo di aumentare l’efficacia e l’efficienza del loro business.
Un cambiamento epocale segnato dal quinquennio 2001-2006, periodo nel quale la maggior parte dei brand ha iniziato a dirottare gli investimenti in strategie alternative, da internet al mobile, dai videogames al digital out of home, mettendo a segno nel 2006 una crescita complessiva degli impieghi del comparto nell’ordine del 36,6%, contro il modesto 2,4% dei media tradizionali. Anche il marketing non convenzionale ha trainato la crescita. Branded entertainment, marketing interattivo, e-custom publishing, nello stesso anno, hanno messo a segno un + 17,3%, contro lo 0,5% dei più tradizionali direct marketing e promozioni.
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