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Evers/trendwatching: più innovativi gli Usa. All’Italia la qualità

19/06/2009

Trasparenza. Conversazione-relazione- addirittura coproduzione. Online revolution. Questi in super sintesi i 3 trend che Reinier Evers, fondatore di trendwatching ha raccontato come ‘macro’ al microfono di youmark, in occasione della sua presenza al terzo incontro Meeting the Change, a firma AssoComunicazione. 

E in molti potrebbero obiettare di averli già chiari da tempo. Assolutamente vero. Ma altra cosa è sentirne il racconto animato di chi delle tendenze ha fatto il suo mestiere. Scegliendo di occuparsi esclusivamente di loro sei anni fa, quasi per caso, grazie alla fortuita coincidenza di tempo e denaro a disposizione (Evers aveva da poco venduto una sua società), ma soprattutto di un viaggio per il mondo, con la curiosità di chi le cose le guarda davvero. 

Così, non stupisce la capacità di analizzare ogni dettaglio. Sapendo riconoscere quanto è solo isolato fenomeno, così come precisando l’assenza di velleità previsionali. Su trendwatching, infatti, si parla del presente. Di opportunità che i brand possono e dovrebbero cogliere qui e ora. Ad esempio, la diffusa prassi del car sharing molto dice in seno alla voglia di condividere. Alla ricerca di un risparmio, ma anche di semplificazione, mentre, all’opposto, dimostra quanto perda peso il bisogno di possesso. Come se delle cose tornasse ad essere apprezzato il servizio, superando l’orgoglio per un ‘mio’ da esibire. 

Sottolineando come il paese più innovativo al mondo continuino ad essere gli Usa. Mentre l’Italia si conferma maestra per design e qualità, dunque ottima traduttrice ma scarsa produttrice di trend (moda permettendo).

 

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