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Peter Grosser
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AssoComunicazione affronta la remunerazione d'agenzia

04/06/2009

Il vice presidente di AssoComunicazione, Peter Michael Grosser, ha istituito un’apposita commissione che sta lavorando alla definizione delle linee guida per una equa remunerazione da sottoporre agli associati e successivamente alle aziende.

"Quello della remunerazione è diventato il problema più pregnante per le agenzie di comunicazione in genere, e in particolare per quelle del settore pubblicità", spiega Grosser in una nota. "Negli ultimi venti anni abbiamo assistito ad una costante riduzione della remunerazione delle agenzie che senza dubbio negli anni Ottanta era a livelli più che buoni, come del resto in molti altri settori, ma che negli anni successivi è andata progressivamente riducendosi fino a scendere al di sotto dei livelli di guardia.
La conseguenza è che oggi le agenzie sono costrette a tagliare i costi, fare ampio uso di personale a progetto e stagisti per salvare i conti economici con il conseguente inevitabile rischio di un drastico abbassamento della qualità. Le aziende d’altro canto vorrebbero avere agenzie propositive, reattive, sempre disponibili, creative, innovative e in grado di dedicare molto tempo per calarsi in modo approfondito nelle loro tematiche. Ma a fronte di ciò, sempre più spesso, sono disposti a pagare solo la pura esecuzione e non il tempo e le risorse impiegate dall’agenzia per offrire un servizio migliore, non la qualità della strategia e dell’idea creativa. Ciò sta innescando un circolo vizioso dove le agenzie devono lavorare contemporaneamente su troppi clienti/progetti, e con personale poco esperto, per compensare una remunerazione insufficiente e dove di conseguenza i clienti risultano essere sempre meno soddisfatti. Un mercato del lavoro inflessibile ha inoltre portato alcune agenzie ad accettare di lavorare sottocosto, e quindi in perdita, pur di coprire almeno in parte i costi fissi, tra cui il personale. Questo purtroppo ha dato l’impressione a qualche cliente poco esperto o superficiale che il valore economico del lavoro prestato dalle agenzie sia molto basso. Questa politica è chiaramente suicida e non può che portare danni non solo alle agenzie, molte delle quali saranno costrette a chiudere, ma anche e soprattutto alle aziende, sempre meno in grado di comunicare con una visione strategica di medio/lungo termine. La crisi non sta facendo altro che accentuare questo problem,a che tuttavia è in atto già da diversi anni e che quindi non potrà risolversi solo con la fine della crisi stessa bensì con provvedimenti concreti come quelli allo studio della commissione".
 
Alla commissione, presieduta da Peter Grosser, partecipano anche Stefano Del Frate (Draftfcb), Pietro Dotti (Jwt), Alessandro Fellegara (Tribe Communication), Rossella Gasperini (Publicis), Daniela Greco (casiraghi greco&), Christoph Reden (AdverPerformance), Gianna Terzani (Nice). L'obiettivo è di elaborare proposte per una equa remunerazione da sottoporre ad Upa e alle aziende, confidando di trovare una soluzione che permetta alle agenzie di tornare ad investire sulla qualità e alle imprese di ottenere un servizio di qualità a costi soddisfacenti. Costi questi ultimi che, sottolinea sempre Grosser, sono e rimarranno comunque molto marginali rispetto all’investimento media delle aziende.

 

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