ZenithOptimedia: ottimisti a -5. Nuova organizzazione. Ricerche. E Roi
28/04/2009
Sentendosi a tutto tondo consulenti di comunicazione. Non più centro media. Con l’integrazione a farsi prevalente. Tanto che a breve verrà annunciato il frutto di una riorganizzazione voluta a livello centrale, sintetizzabile nella creazione di una unit allo scopo trasversalmente dedicata. Con il digitale a inondare tutto e la velocità del cambiamento a decretare il superamento delle audi. Almeno per chi ha necessità di presidio puntuale del mercato. Volendo il Roi quale garante di ogni scelta. Al microfono di youmark Vittorio Bonori, ceo, e Luca Cavalli, communication strategic research director and communication department managing director ZenithOptimedia Group. Ma anche Andrea da Venezia, managing director Zed digital.
Partiamo dai numeri. Come preannunciato ottimistici. Chiudendo questo 2009 a -5%, contro il più pessimistico 10 della previsione Upa. Perché il primo trimestre potrebbe non fare così gioco, penalizzati gennaio e febbraio dal confronto con i frizzanti omonimi del 2008 e mostrando marzo i primi segnali di ripresa. Che certo non si ripercuote in modo equo su tutti i media. Favorendo sicuramente la tv, bene rifugio a protezione dei risultati di vendita nel breve, facendo piangere la stampa, seppur taluni editori si stiano mostrando capaci di difendere le proprie posizioni, e inneggiando al digitale. Che non è solo internet, ma praticamente tutto. Con l’Italia che ancora guarda da lontano il 19% della quota di taluni paesi europei (Uk e Francia, ad esempio), valendo oggi il 7%, dopo l’annessione del Sem.
Nel frattempo, ZenithOptimedia ci crede. Annunciando il proprio 2009 in positivo, torna a sottolineare l’investimento in asset quali Vivaki e preannuncia l’imminente nuova organizzazione che, accanto alla divisione classica per gruppi clienti e per servizi specialistici, vedrà l’esordio di una inedita unit per raccogliere la sfida dell’integrazione.
Che passa anche attraverso la conoscenza. In primo luogo del target. Rilevando come le ‘audi’ non riescano per loro natura a soddisfare l’aspettativa di chi deve correre alla velocità del cambiamenti, trovandosi faccia a faccia con il problema della tempestività di monitoraggio e controllo. Non ricerche quantitative, dunque, ma funzionali, capaci di far avere costantemente il polso della situazione. A questo si sta pensando, intrecciando rapporti con alcuni istituti di ricerca.
Perché prima dell’innovazione, anche per il più nuovo dei media deve esserci cultura. Sapendo che la ricchezza di dati non è tutto. Basilare è la loro analisi, avendo a monte selezionato quelle che sono le info utili. Come dire, stiamo arando la terra per fare del buon vino. Non per ararla e basta. Chiamando direttamente in causa il valore di una formazione continua.
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