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Marco Massarotto, fondatore Hagakure
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Non è solo il flog la paura dei blog

13/07/2007

Perché un blog funzioni due sono le condizioni: interesse e verità. Questo ‘racconto’ in rete, infatti, pretende trasparenza e non ama aggredire. I suoi costi sono alla portata di tutti. Zero se lo si fa ‘casalingo’, dai 15.000 euro se si pretende qualche cosa di più. Ma la sua apertura non è che l’inizio, molto più importante è poi la strategia, almeno se il suo oggetto è un’azienda. Ne parlano a youmark Marco Massarotto e Matteo Andreani, fondatori Hagakure.

Il flog è un fake blog. Insomma, un dispregiativo per quello che avrebbe voluto essere il modo più ‘sincero’ di entrare in contatto con un pubblico. Sicuramente un rischio, specie quando a volersi appropriare di questi ‘racconti’ in rete sono le marche, verso le quali i blogger partono prevenuti. Allo stesso tempo, però, lo strumento alletta brand e aziende.

Perché il blog piace?
In primo luogo per i suoi numeri, oggi sono più di 70 milioni quelli esistenti, con un proselito di seguaci di ampio respiro, misurabile anche dagli oltre 3 miliardi di link che i blog generano tra loro, come emerge dalla ricerca ‘state of the live web’ pubblicata lo scorso aprile (www.sifry.com/alerts/archives/000493.html ), ben sintetizzata in pochi fondamentali punti dalla ‘guru’ Debbie Weil (http://www.blogwriteforceos.com/blogwrite/2007/04/technoratis_new.html ). 

Tanto che questa forma di socializzazione nel web non teme la concorrenza della più ‘chiacchierata’ Second Life. Per molteplici motivi. Se è vero, infatti, che i suoi residenti sono 7 milioni, di molto inferiori, circa 25.000, sono coloro che giornalmente ci trascorrono del tempo. La curiosità del primo contatto, dunque, non sempre corrisponde alla voglia di interagire con costanza. Cosa che invece accade per i blog, dove il collante dell’interesse, la semplicità e l’immediatezza dell’accesso creano da subito dipendenza. 

Senza dimenticare la variabile tempo. Molto sottolineata dal nuovo modo di osservare la stessa modalità di fruizione di internet (Nielsen//Net Ratings ha da maggio aggiunto anche questa dimensione alle sue rilevazioni www.nielsennetratings.com/pr/pr_070702_IT.pdf), che in Second Life supera la soglia comunemente consentita dalla propria quotidianità, per di più obbligando a una ‘presenza in esclusiva’. Nei blog, invece, l’interazione è contemporanea e contestuale.

Da profani, però, viene da dire che anche nei blog ci si perde un sacco di tempo. Come si organizza la lettura?
"Utilissimi gli ‘aggregatori di feed Rss’, applicativi che periodicamente leggono un flusso di notizie in formato Rss e le presentano all’utente in una grafica molto simile a quella della posta elettronica, permettendo di tenere sotto controllo tutte le novità inserite nei propri blog preferiti. Altrettanto basilare il motore di ricerca, Technorati, ad esempio, che indicizza più di 20 milioni di blog".

Come si misura il successo di un blog? 
"Con il numero di visitatori, certamente. Un altro indicatore è il valore 'dell’autority’, ossia il numero di blog che linkano quello in esame. Oltre che il numero di siti che dichiarano di predere da lui informazioni. Ma la bontà dei risultati dipende dagli obiettivi di partenza".

Scopi commerciali e blog non vanno molto d’accordo. Non pochi i casi di flop, anzi flog, così come è sempre presente la paura di mettersi alla ‘mercè’ dell’opinione pubblica. Cosa vi dicono le aziende?
"In fatto di blog le aziende ne sanno più delle agenzie, oltre che essere più interessate all’argomento. Ciò non toglie che esistano delle paure. In primo luogo hanno il problema del tempo. Poi, il terrore delle critiche. Entrambe false. Se, infatti, è naturale che debba esserci chi se ne assume la responsabilità, avere la possibilità di tastare il proprio pubblico è un’occasione. Senza dimenticare che non si perde mai il controllo, potendo escludere quegli interventi non pertinenti, o offensivi, salvo scoprire che la maggior parte delle critiche è dovuta a scarsa informazione". 

Ma dov’è il business, perché per un’azienda è utile aprire il suo blog?
"Il blog è uno strumento di comunicazione. Gli obiettivi possono essere diversi, ma il fine ultimo è quello di migliorare la percezione del brand, entrando in contatto diretto con il proprio pubblico". 

Quanto costa comunicare con un blog?
"Dipende. Anche zero. Se si opta per una certa grafica, invece, i costi aumentano, a partire da 15.000 euro. Ma poi bisogna gestirlo, capire cosa dire e come, coordinare i potenziali fornitori di contenuti, organizzarne la logistica. Senza dimenticare l'importanza di monitorare, con azioni di digital public relation".

 

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