Mediaset, da marzo è già ripresa, ma i manager volano Alitalia
19/03/2009
Il core business resta la generalista, seppur la pay tv dia soddisfazioni oltre le aspettative, confermando il break even per il 2010 e avendo profilato il 50% degli utenti, con la novità dell’esclusiva del moto mondiale e della Europe league, ex Coppa Uefa, oltre a una nuova offerta cinema, ma ancora top secret. Soddisfazione per il bilancio 2008, mentre quest’anno si conferma difficile. Tra gli obiettivi, crescita dei costi pari a zero, senza toccare gli stipendi ai dipendenti e nemmeno volume e qualità dell'offerta, facendo però volare i manager con Alitalia. Anche perché la raccolta pubblicitaria (dati Nielsen) a gennaio flette del 12% e si preannuncia più felice solo dal secondo semestre in poi, seppur già da fine marzo c’è chi torna a scommettere sullo spot. Internet in stand by, c’è bisogno di riflessione, sia sui contenuti che sull’adv, mentre è stato siglato l’accordo con Telecom per l’Iptv, ma non è un’esclusiva. Di questo e altro ancora hanno parlato Fedele Confalonieri, Pier Silvio Berlusconi e Giuliano Adreani, rispettivamente presidente, vice presidente e ad Mediaset, nel corso della conferenza stampa di ieri che è seguita alla presentazione del bilancio 2008 alla comunità finanziaria.
E ancora, nessuna paura per la paventata concorrenza generalista di Sky. Perché ognuno va per la sua strada e non bastano due artisti a fare una rete. Ovviamente sentenziando con ‘no comment’ una richiesta opinione sulle incursioni di Fiorello a cui, quasi a reti unificate, è stato permesso di pubblicizzare gratuitamente il nuovo show da membro della scuderia Sky. Così come ingiustificate appaiono al vertice Mediaset le richieste di modifica della governance Auditel mosse dall’ad di Sky Italia Tom Mockridge (ossia che tutte le emittenti assieme non valgano più del 50%, ora Mediaset e Rai detengono il 60%), anche perché “la rilevazione è uguale in tutti i paesi del mondo, e dunque non si tocca. E poi, pure loro ci sono dentro”.
E anche la prevista partenza a giugno di Tivù Sat (il satellitare free a firma Rai Mediaset per il 48%) non trova conferme nella supposta guerra a Sky, quanto in ragioni di servizio pubblico, da una parte, e di copertura commerciale dall’altra. Perché, nonostante Mediaset abbia sino ad oggi investito 1 miliardo e 700 milioni di euro nel digitale terrestre, la Sardegna insegna che ‘problemi tecnici di trasmissione’ potrebbero non essere del tutto rari.
Bollata come ‘stronzata’, invece, la proposta del ministro Bondi (beni culturali) di togliere a una rete Rai e a una Mediaset la pubblicità. “Anche in Francia il provvedimento non è servito ad aumentare la raccolta delle altre emittenti”. Raccolta che per Mediaset continua a rappresentare il vero business. Nonostante, infatti, le ‘altre revenue’ siano aumentate dal 4,9% al 24,6% dal 2001 al 2008, la pubblicità vale ben il 75,65%.
Con un gennaio 2009 a seguire la debacle degli ultimi mesi 2008, chiudendo a -12% (seppur il mercato senza Mediaset segni - 22,5%, con Rai a -22,5, quotidiani -31,15, periodici -27,2%, radio -30,9%, billboard -21,9%, cinema -34,2%, internet +1,7%). E febbraio a non smentire la scia. Mentre già da fine marzo si intravede una schiarita. Con il ritorno, grazie agli incentivi, delle campagne delle auto, ma anche la nuova Enel e Barilla. Non avendo ‘sbracato’ nei prezzi, sostenuti dagli ascolti, che crescono del 6% a dispetto della preannunciata morte della generalista.
E a chi si interroghi sul perché in casa Rai, nonostante i dati d’audience non siano così distanti, la pubblicità tradisca maggiormente le aspettative, la risposta sta nell’appetibilità del palinsesto Mediaset per giovani e target commerciale, nonché nella capillarità della sua organizzazione di vendita, che nel 2008 ha saputo aggiungere al portafoglio circa 300 nuovi clienti. Senza dimenticare i minori spazi a disposizione della Rai, ma che in cambio ha il canone, a priori.
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