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Mario Tama, fotografo, in esclusiva mondiale Getty Images
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Mario Tama, fotografo: fatevi riconoscere

16/03/2009

Crede che l’omologazione non appartenga ai nostri giorni. Perché è talmente vasta l’offerta di immagini da allontanare il rischio. Ma è sempre più difficile emergere. Tanto che a fare la differenza torna a essere la preparazione, lo studio, consigliando di spendere molto tempo sui libri. Guardando al nuovo che avanza. Che oggi apre al mercato del mix tra foto e video. Puntando sempre all’unicità, alla forza di uno stile riconoscibile, che parli di sé e delle proprie emozioni, del proprio credo. Mario Tama, fotografo, dal 2001 in esclusiva mondiale Getty Images, al microfono di youmark.

In una recente intervista rilasciata a 'Vanity Fair', Christian Caujolle parlava del paradosso della nostra era. Se è vero che questo è il tempo dell’immagine, infatti, lo è altrettanto che mai come ora la stessa soffre di omologazione. Con la pubblicazione di foto identiche, nei giornali, in pubblicità, nei manifesti. Sei d’accordo?
“Certo che siamo nell’era dell’immagine. Tutti possediamo una macchina fotografica, di qualsiasi tipo essa sia. E’ come se fosse avvenuta una sorta di democratizzazione della fotografia. Per questo dissento dalla critica dell’omologazione. Non credo che oggi tutte le immagini si assomiglino. Piuttosto è vero che, come sempre accade, come succede anche nella moda, esistono dei trend, degli stili. E mai come ora l’ecletticità fa da padrona. Basta osservare. Ovunque si nosconde un nuovo fotografo, con il suo sguado, il suo stile, per quanto bizzarro appaia”.

Video contro foto. Come vedi il confronto tra questi due media?
“Le foto, le immagini hanno la capacità di imprimersi nel cervello in un modo che il video non riesce a fare. Perché implicano una sorta di commento a monte, proponendo e scegliendo di mostrare un frame della realtà. Qualcosa, un momento, che non potrà mai più realizzarsi, così, identici. Il video, invece, cattura la fluidità, di un avvenimento, della vita. Dovendo esprimere un giudizio, ovviamente continuo a preferire la fotografia, anche se trovo molto eccitante il nuovo mercato che si sta aprendo dal mix dei due”.

Com’è fare il fotografo oggi, quanto difficile è emergere, quali i tuoi suggerimenti ai giovani?
“C’è molta più concorrenza, dunque è più difficile emergere. Ai tempi di Roberto Capa pochissimi sapevano fotografare la guerra. Oggi i fotografi al fronte sono molti. Senza contare che, come sopra già detto, oggi ogni persona fotografa. Ecco perché il mio consiglio è di tornare sui libri, di spendere molto tempo a studiare fotografia, non solo a praticarla. Concentrandosi su quanto già si sa, su quanto si sa meno, sulle tecniche. Mi ritengo fortunato per la formazione avuta nei quattro anni al Rochester Institute of Technology. Un background artistico fondamentale, che ha influenzato, e che continua a influenzare non poco il mio lavoro”.

Esiste una ricetta per diventare un fotografo di successo?
“Il segreto è sviluppare una nicchia, proporre un punto di vista, uno stile personale e distintivo. E’ importante che, guardando una fotografia si capisca immediatamente chi l’ha scattata. Occorre saper trasferire nelle immagini tutto il proprio credo, la propria emozione, il proprio sapere, la propria tecnica e la propria forza”

Dal 2001 lavori per Getty Images, vincendo diversi tra i più ambiti riconoscimenti internazionali. Quale il tuo prossimo obiettivo?
“Semplicemente continuare a dare voce a tutti e a tutto quanto non ne ha una propria, facendo in modo di allargare l’audience alle mie immagini, quanto più possibile, per educare il mondo, per aiutare ad eliminare le ingiustizie. E Getty mi assicura una sorprendente piattaforma di distribuzione. Mi ritengo veramente fortunato”.

Il tuo sogno?
“E’ la pace nel mondo. Ma, purtroppo, so che è solo un sogno”.

Chi è Mario Tama
Si è formato al Rochester Institute of Technology, NY. Dove ha studiato fotogiornalismo, laureandosi con Bfa nel 1993. L’anno successivo inizia la sua carriera, che lo vede, dal 1998 al 2001 freelance per The Washington Post e Agence France-Presse (Afp) a Washington, D.C, occupandosi anche dello scandalo Clinton, nonché delle elezioni presidenziali del 2000. Nel 2001 entra nel team Getty Image, fotografando tutti i principali avvenimenti nel mondo. Dal tragico crollo delle torri, l’11 settembre, alla guerra in Afghanistan e in Iraq, dal funerale di Papa Giovanni Paolo II all’uragano Katrina. Ricevendo importanti riconoscimenti, tra cui quelli delle associazioni National Press Photographers e White House News Photographers. 

A seguire l’elenco di quanto vinto nel solo 2008, con aggiornamento a maggio
• 73rd NY Press Photographers Association Awards 
Face of New York, Editorial, Exhibit Award
Face of New York, Editorial, 1st Place 
Face of New York, Editorial, Honorable Mention
Feature, Editorial, 2nd Place
Feature, Editorial, Exhibit Award
Feature, Editorial, 3rd Place
Feature Picture Story, Editorial, Exhibit Award
Feature Picture Story, Editorial, Honorable Mention
Portrait, Editorial, Honorable Mention
• NPPA’s Best of Photojournalism 2008
Cliff Edom’s 'New America Award' Enterprise, Stills, Honorable Mention, 'Housing Projects in New Orleans'
• 64th Pictures of the Year International
Multimedia Feature Story, 3rd Prize, 'Cooper Projects'

 

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