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Claudia Taddia
Lorenzo Sassoli de Bianchi
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Due facce dello stesso Summit

06/03/2009

E’ vero, il futuro sono i giovani. E lo è altrettanto che troppo spesso ci si dimentica di loro. Anche di quelli più virtuosi, che ce la mettono tutta per esserci, contare, valere. E’ il caso di Claudia Taddia, laurea magistrale in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano. Che avrebbe voluto partecipare al Summit Upa-AssoComunicazione del prossimo 11 marzo, ma che nei 1.500 euro di iscrizione ha letto il no alla presenza degli studenti. Tanto che,  in loro rappresentanza, ha scritto alla stessa Upa. E a youmark, per aiutarla ad avere risposta. Vi proponiamo le sue parole, unitamente a un’intervista in merito a Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa. 

Claudia Taddei, Politecnico di Milano, Laurea Magistrale in Design della Comunicazione
“Vorrei che queste mie parole venissero lette dal Presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi, ma so che ciò è impossibile quindi mi rivolgo in generale alla segreteria Upa sperando che questa mia mail faccia riflettere gli organizzatori. Vi siete mai posti il problema di aprire il Summit da voi proposto anche ai giovani? Perché non rivolgervi, non comunicare anche a noi studenti, che saremo i prossimi protagonisti, coloro che porteranno avanti la comunicazione in Italia e all'estero? Visto l’ammontare della tassa di iscrizione (1.500€) è ovvio che o non ci avete pensato o non credete che la formazione dei giovani sia importante. Forse allora è chiaro perché l'Italia sta andando così a rilento, a partire dal settore della comunicazione. Spero prendiate in considerazione questo mio ‘appello’, che vi rivolgo anche a nome dei miei colleghi studenti”. 

Intervista/replica a Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa 

Abbiamo ricevuto più di una segnalazione da parte di giovani di ‘peso’, laureati e molto attenti alla loro formazione, che hanno lamentato l’impossibilità a partecipare al vostro Summit dati gli alti costi di iscrizione. Cosa può rispondere in merito, sarebbe possibile un vostro intervento in tale senso proponendo una ‘tariffa super scontata’ o un certo numero di posti gratuiti da destinare ai giovani?
“E' un convegno molto impegnativo, e abbiamo ritenuto che la cifra di iscrizione sia già promozionata. I giovani saranno presenti con il nostro Master Upa legato a Ca' Foscari  - Venezia e con il Master di Bologna in comunicazione d'impresa”. 

Come sono andate le adesioni, non solo quelle da parte del mondo aziendale ma anche quelle sul fronte comunicazione, siete soddisfatti?
“Abbiamo già oltre 700 presenze e mancano ancora cinque giorni. Tra gli iscritti moltissimi nomi importanti del mondo imprenditoriale, segno che la comunicazione per le aziende riveste un ruolo strategico. L'interesse per un confronto anche a livello internazionale sul presente ma soprattutto sul futuro è forte, cosa si sta prospettando nel mondo per affrontare il rapporto con le future generazioni e come comunicare con loro è uno dei temi importanti. Crediamo che il Summit sia il luogo dove aziende, mezzi e agenzie debbano interrogarsi, alla luce degli interventi che si svolgeranno, su come affrontare i prossimi anni che saranno diversi per forza di cose da oggi. Perdere questo appuntamento vuol dire non essere nel mercato”.

Elemento di criticità della due giorni sembra essere la carenza di ‘grandi nomi italiani’, insomma, ampio spazio al respiro internazionale, ma poi i nostri problemi chi li risolve?
“E' vero molti relatori sono internazionali, ma è perché crediamo che la circolazione delle idee non possa che fare bene a tutti noi, e agli stessi relatori, che avremo modo di confrontarci con realtà diverse, penso alla Cina e all'India, ma nelle quali siamo inseriti con le nostre aziende. Lo sviluppo non ha confini”.

 

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