Il web attenta alla reputazione. Ma 7 dirigenti su 10 lo ignorano. E tu?
26/02/2009
E la domanda è legittimamente posta quale sfida all’autocritica. Perché, a giudicare dai dati emersi dalla ricerca internazionale ‘Risky Business: reputations online’ a firma Weber Shandwick, non c’è di che sorridere. A fronte del disimpegno, infatti, le scorrettezze degli impiegati e le mail riservate mandate per errore, o apparente tale, a chi di non dovere, sono già minaccia. Tanto che la gestione della reputazione sul web sarà uno degli imperativi 2009. Con il mondo che sembra paese, nel senso che, a sorpresa, il problema della non sufficiente considerazione ovunque sussiste. Come raccontano al microfono di youmark Leslie Gaines-Ross, chief reputation strategist Weber Shandwick - New York, che ieri a Milano ha presentato la ricerca, e Giulia Mentore, account director Weber Shandwick - Milano.
Eppure ben il 67% degli intervistati, 703 senior manager che operano in 62 paesi del mondo, percepisce la vulnerabilità della reputazione aziendale. Ma quasi tutti affermano che a giocare un ruolo di primo piano sono ancora i media tradizionali. Loro stessi si fidano maggiormente di chi ha un’interfaccia off line, piuttosto che di chi vive solo nella rete. Evidenziando come la distinzione tra dentro e fuori sia ancora demarcata, nonostante il futuro vada in direzione opposta.
In ogni caso, per ben il 99% dei manager la prima fonte di informazione online su un’azienda è il suo sito, imputando ad esso un ruolo determinante, indispensabile per interfacciarsi con il web. Molto rigorosi, poi, sono i codici da osservare nella gestione della reputazione in rete. Tanto che, per diminuire le aree di possibili aleatorie interpretazioni, per i prossimi anni è attesa un’inflessibilità ancora maggiore. Il vero nodo della questione, comunque, sta nel coraggio dell’ascolto. Che molti dimostrano di non praticare, quasi si trattasse di entrare in un percorso sconosciuto, di cui incerti sono traguardi e obiettivi.
Eppure le regole per monitorare, gestire e salvaguardare la reputazione in rete esistono. A partire dall’analisi della situazione, dalla descrizione del punto di partenza, grazie alla rilevazione della propria reputazione in rete negli ultimi dodici mesi, iniziandosi poi alla pratica del monitoraggio costante. Riuscendo a identificare tra i propri dipendenti quelli più qualificati a farsi ambasciatori digitali, iniziando il prima possibile a disseminare contenuti positivi, ma anche a definire strategie di risposta a quanto di negativo si finisca per incappare. Tenendo sempre in grande considerazione blog e social network, ovviamente identificando quelli più significativi per la propria azienda. Senza mai dimenticare di operare in modo integrato tra on e off line, dunque scegliendo di essere ‘inline’, per mutuare il termine dalla stessa Weber Shandwick coniato.
Chi è Leslie Gaines-Ross
Esperta mondiale di reputation e chief reputation strategist presso Weber Shandwick, nel tempo ha collezionato diverse esperienze. Speaker e opinionista dei più importanti media del mondo, autore di due libri - Corporate Reputation: 12 Steps to Safeguarding and Recovering Reputation (2008) e Ceo Capital: A guide to building Ceo Reputation and company success (2003) -, ideatrice di Safeguarding Reputation di Weber Shandwick e Risky Business: Reputations Online. Sia nel 2007, che nel 2008 (Etisphere Institute), è stata definita una delle ‘100 persone più influenti al mondo nel business dell’etica aziendale’. E’ membro del board di consulenza di Ethical Corporation, ma anche dell’Executive Advisory Panel di Corporate Reputation Review. Nonché blogger su reputationXchange.com e fondatrice di reputationRx.com.
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