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Distribuzione, molto il ritardo. Nel comunicare, s’intende

09/07/2007

Investimenti. Si tratta della panacea di tutti i mali. Della distribuzione e dell’industria. Senza che la prima dimentichi l’importanza di strategie chiare, definite e, soprattutto, comunicate. Così da far percepire una differenza che oggi sfuma. Lo dice a youmark Luigi Rubinelli, direttore Gdoweek.

Le insegne della grande distribuzione devono comunicare. Almeno se vogliono trasmettere il loro posizionamento al consumatore, oggi il più delle volte ignaro delle loro strategie di mercato. Pubblicità, promozione, fedeltà. Così da caratterizzarsi con un’identità precisa, anziché fare leva sull’attrazione esercitata dalle marche, che finisce per omologare i diversi punti vendita.

Ma no solo. Diventa fondamentale investire in ricerche, per conoscere sempre più da vicino il consumatore. Che vuole servizio, vicinanza, prodotti di cui sa la proveninza, pulizia. Dunque igiene, ambienti luminosi, oltre che layout ben congeniati. Non sempre è soddisfatto.

Ma a dover investire non è solo la distribuzione, sono anche le marche. Perché i loro nuovi prodotti non siano presenze temporanee negli scaffali. Si sa, per entrare sui lineari servono investimenti. Ogni prodotto che entra occupa, infatti, il posto di quello che esce.  Ma non solo. Deve anche trattarsi di vera innovazione. Perché nella maggior parte dei casi i nuovi sono semplicemene 'extension'.

 

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