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I vostri … Non mandatelo a dire….

24/02/2009

Questa volta parlano di virali. Volendo appropriarsi del tema la scorsa settimana dibattuto da Anna Ricotti, marketing and product development director della Divisione Lovable (Gruppo Branded Apparel Italia), e Cesare Casiraghi, socio e direttore creativo casiraghi greco&. Molti gli interventi, ed equamente ripartiti fra pro e contro. Tanto che, di tutti, abbiamo scelto di pubblicarne due. Perché rappresentativi delle due facce di una medesima medaglia. Sottolineando come, più che una questione di merito, la querelle si giochi molto sull’interesse. 

Alex Giordano (NinjaMarketing)
“Potrei avere l’indirizzo di quel signore coi baffi che parla superficialmente di virale e guerrilla, mi piacerebbe mandargli questo nostro libro in regalo. Forse imparare qualcosa di nuovo lo spaventerà di meno nelle gare (e saranno sempre di più) che gli chiedono approcci innovativi. Mi è dispiaciuto, infatti, sentire che il suo intervento conteneva spunti fuorvianti rispetto alla corretta progettazione di una operazione di marketing virale. Tuttavia, ha ragione nel dire che molte agenzie vedono questi nuovi approcci in maniera opportunistica e non in profondità”.

Luca Ciarla (New Partners film production)
"Molto spesso, soprattutto in questo ultimo anno, ci capita di ricevere brief per spot virali, chiaramente dei progetti low budget considerando che saranno online su internet, media notoriamente 'povero'. Tuttavia questi script contengono contenuti creativi tali da richiedere un apparato produttivo di alto livello. A queste richieste difficilmente si può far fronte.

A tale proposito ci dovrà essere probabilmente un coordinamento fra di tutti gli 'attori' che verranno coinvolti sul nuovo progetto cioè i clienti, le agenzie e le case di produzione per lavorare in tandem. Soprattutto agenzie e case di produzione dovranno collaborare sempre più a stretto contatto, poiché se il cliente stanzia per la produzione di un nuovo spot virale un budget che si aggira intorno a 20.000 massimo 30.000 euro, sarà necessario presentargli proposte creative che, suggerisco, vadano preventivamente verificate per i loro costi di produzione. 

Di frequente i creativi di agenzia pensano a film da vedere sul grande schermo, quando in realtà finiranno in un 'rettangolino' all’interno del monitor di un pc. Dal punto creativo, ritengo inoltre che il riferimento per tutti sia YouTube, caratterizzato da filmati home made. Intendo molto veri, sporchi, rubati che da produttore li leggo come molto poveri per i soldi spesi o comunque non particolarmente costosi.

L’aspetto positivo è di far realizzazioni con altissimi contenuti creativi, come stiamo imparando dal guerrilla marketing. Ecco perché la casa di produzione deve diventare un vero e proprio partner per clienti e agenzie. Penso anche, andando contro agli interessi della mia azienda, che per realizzare dei buoni virali bisognerebbe innanzitutto cominciare a non incaricare le agenzie di pubblicità internazionali e tutti i loro creativi, né tantomeno case di produzione che sono abituate a lavorare su budget stanziati per i tradizionali commercial above the line, cioè quelli che sfruttano il media tv o Cinema".

 

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