Ghislandi/ Swarovski: il segreto ci fa isola felice
13/02/2009
Nessuno, infatti, può entrare nelle aree produttive Svarowski. Per custodire l’antico segreto, che vede in un particolare mix di cristallo e piombo il successo di un’azienda nata nel 1862. Ma, come spiega a youmark Isabella Ghislandi, che ne dirige la filiale Italiana, oggi il prodotto da solo non basta. Oltre a una qualità che sa cavalcare i trend, infatti, a vincere è un mix di comunicazione, esperienza e distribuzione selettiva. Senza mai voltare le spalle al nuovo. Come dimostra il credo dell’azienda nel web. Seppur creativamente le decisioni siano centralizzzate, lasciando a ogni paese il solo compito dell'implementazione.
E’ il caso di dire azienda storica. Fondata nel 1862 da Daniel Swarovski ancor oggi produce sulla base di una ‘ricetta’, mai resa nota, di mix tra cristallo e piombo.
La prima curiosità è come ci si riesce. Possibile che in questi anni nessuno sia riuscito ad imitarvi?
"E’ proprio vero che la nostra azienda è gelosa dei suoi segreti. Neppure i top manager, infatti, possono visitare i siti produttivi. In cui il lavoro di ricerca e sviluppo è grandissimo. Nonostante ciò, forse iniziamo ad avere qualche concorrente sui prodotti basici, ma rimaniamo unici ed ineguagliati per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi colori e dei nuovi tagli che spesso sviluppiamo in collaborazione con i più famosi stilisti e designer. Anche se non si possono visitare le fabbriche, abbiamo creato una preziosa alternativa per tutti coloro che desiderano avere una ‘crystal experience’, si tratta dei Mondi di Cristallo, a Wattens”.
Qual è in sintesi il vostro mercato, quali i settori in cui operate e quale la loro importanza percentuale rispetto alla totalità del vostro business?
“Swarovski, con le sue divisioni o aziende, opera in moltissimi mercati sia come fornitore di materie prime con il marchio Crystalized - moda,accessori,calzature,illuminazione etc - sia come produttore di prodotti finiti, da Swarovski optik per lenti e cannocchiali, a Swaroflex catarifrangenti per l’illuminazione stradale, da Tyrolit, per le mole e gli strumenti da taglio, ai prodotti finiti Swarovski, oggettistica e gioielli e accessori fantasia distribuiti in tutto il mondo attraverso una rete di negozi di proprietà o affliliati”.
Quanto è importante per voi la comunicazione e cosa pensate del cambiamento oggi in atto, con il web e i new media ad occupare sempre più spazio nella vita dei consumatori. Ritenete di dovervi adeguare, oppure è vero che classe e tradizione vanno più d’accordo?
"La comunicazione è per noi uno dei key success factor. Ogni nostra immagine segue una precisa brand strategy. Per quanto riguarda la pubblicità al consumo. è stato deciso di evolversi e raggiungere il consumatore finale con i mezzi a lui più consoni. Quindi, utilizziamo sia la stampa più tradizionale sia il web, che per noi diventa veicolo di immagine, promozione e vendita, attraverso il sito Swarovski.com, ma anche un ‘media’ pianificato per la pubblicità. Insomma, riteniamo che un giusto mix tra stampa tradizionale, televisione e new media sia necessario per coprire il cosi vasto target dei crystal lovers”.
Chi sono i vostri partner di comunicazione e quale il rapporto con loro, preferite consolidare nel tempo o cambiare più frequentemente così da sfruttare l’energia creativa degli inizi?
"Come tutte le grandi multinazionali, le filiali sono implementatrici delle campagne pensate centralmente, localmente viene proposta solo la pianificazione media e le attività redazionali”.
Che ruolo ha l’italia per il vostro business?
"L’Italia è per Swarovski il primo mercato in Europa e il terzo nel mondo”.
Avete in serbo nuovi progetti per l’immediato futuro?
"La nostra è un’azienda estremamente dinamica in cui l’innovazione è particolarmente importante, ma come sempre non ci piace scoprire le carte. Per la prossima novità, infatti, dovremo risentirci a primavera”.
In un momento di mercato come l’attuale, cosa rende una marca vincente, nonostante la crisi?
"Tanto per incominciare vorrei aspettare a parlare di crisi perché i numeri di fine 2008 e dei primi giorni del 2009 ci indicano un trend positivo. Sarà perché, grazie alla forza del nostro marchio, all’unicità del nostro prodotto e alla capacità di innovare, siamo sempre sulla cresta dell’onda, perfettamente in linea con le tendenze”.
Che strategia distributiva avete, quanto conta per voi il punto vendita?
"La strategia di distribuzione selettiva del nostro prodotto finito - siamo passati da 1.200 trattanti nel 2004 a 670 nel 2008 - attraverso la concentrazione delle vendite in negozi monomarca (220) e corner di alto impatto, è stato uno dei fattori chiave di successo. L’alta visibilità della marca conquistata attraverso il punto vendita e l’elevata qualità del servizio elargito all’interno dello stesso, infatti, fanno di Swarovski un brand vincente”.
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