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I vostri … Non mandatelo a dire….

02/02/2009

L’antefatto è conosciuto. Marco Basla, Canon, e Stefano del Frate, Draftfcb, si sono confrontati in merito a gare e remunerazione nel … Non mandatelo a dire…  pubblicato da youmark lo scorso mercoledì. Non poche le reazioni di voi lettori, che ringraziamo tutti per la coinvolta partecipazione. Ecco le più rappresentative.

Senza le gare la creatività italiana farebbe boom
“Da sempre ci si dibatte sulle gare e loro assegnazione, come se gli addetti al settore non sapessero già che le gare sono, al 90%, scatole chiuse con finalità politiche ed economiche. Molte volte ho sentito direttori d'agenzia parlare di gare ‘pulite’, ma forse non avevano mai lavorato sui detersivi. A mio parere le gare servono solo ed esclusivamente ad allineare le agenzie, soprattutto dal punto di vista economico. Se si perde una gara, infatti, la reazione sarà quella di stare più ‘bassi’ la prossima volta. Così i budget si snelliscono, i compensi diminuiscono, i fee diventano il cappio al collo di chi è costretto a far fatturato per quadrare il bilancio. Dopo l'ultima esperienza, fatta nel lontano 1999, ho deciso che non avrei più partecipato a gare strutturate e così è stato. Confermo che si può vivere ugualmente anche, anzi, si vive meglio. Se tutte le agenzie in coro dicessero che il criterio di scelta e selezione dei fornitori, da parte dei clienti, deve cambiare, forse in Italia rinascerebbe la creatività e sparirebbero tante sigle fotocopia, nate senza background e kow-how. Vi lascio con una massima: ‘Le gare sono fatte per chi non è ancora arrivato’”.
Marco Baroni, creative manager Stone Free!

Assolutamente contro ‘il bottone’
“Buongiorno, potete per favore far sapere al dottor Marco Basla di Canon che noi invece ci divertiamo molto di più a sviluppare strategie e progetti di comunicazione integrata e che, purtroppo, fare il media non significa schiacciare un bottone e avere il risultato. Chi banalizza il nostro lavoro, non ha mai fatto un piano media, ma nemmeno ha dedicato un po' di tempo per capire chi lo fa. Ringrazio tutti coloro che, invece, dimostrano rispetto vero per tutte le belle e diversificate professionalità che popolano il mondo della comunicazione e che rendono la nostra professione così interessante. Buon lavoro a tutti”.
Attilio Redivo, amministratore delegato MediaCom Italia

L’agenzia perde la consulenza e la colpa è del brief
"Ho seguito con interesse la conversazione sul tema gare. Mi trovo d'accordo con Marco Basla di Canon che insiste sull'approfondimento del briefing, il che equivale a dire che l'apporto dell'agenzia è fatto di pensiero e capacità di fare propri i problemi del cliente. Lavorare di più insieme prima della presentazione creativa e strategica restituirebbe al rito della gara il valore che ha perso. Invece vedo sempre più svalutata la percezione dell'agenzia come struttura che fornisce una consulenza e che si lega all'azienda con un legame profondo che ambisce a durare”.
Gabriele Braggion, client creative director Ogilvy & Mather Milano 

La fine dei bandi banditi
“In estrema sintesi. 1) Bandire i bandi banditi. Tutte le associazioni, megli i player, di qualsiasi categoria, dai manager alle imprese, dai professionisti della comunicazione alle case di produzione, dovrebbero dire no, riunendosi attorno a un tavolo comune per sviscerare il come. 2) Intollerabile che nel pubblico la comunicazione sia inserita e trattata alla stregua di qualsiasi altra gara d’appalto, con la logica del prezzo al ribasso a fare da padrone. 3) Lavorare sempre nello stesso settore svuota il creativo. Di qui assurdità di porre come limite per la partecipazione alle gare l’esperienza pregressa. È come non sapere cosa vuol dire pubblicità".
Biagio Vanacore, presidente TP 

Dov’è finita la valutazione formale periodica?
“Buongiorno, vado subito al sodo, articolando il mio intervento in tre punti. Primo, il ‘Diritto d'Autore’. Non siamo Lennon-McCartney o Jagger-Richards, siamo professionisti e la creatività è una, bellissima, parte di ciò per cui siamo pagati. Il ‘Diritto d'Autore’, finita la campagna o affidamento che sia, sarebbe come se un neonatologo chiedesse un fee percentuale ‘vita natural durante’ai propri pazienti. Secondo, le gare. Dovremmo partecipare solo a quelle retribuite. Mandare deserte la gare del 'pubblico' quando il bando è così preciso e articolato che...Mai partecipare a gare ‘di fornitura tutto compreso: vendita di mezzi, fornitura di stampati e produzione’, pubbliche o private che siano. Mai a quelle al ribasso. Infine, uno sguardo a noi. Noi Pubblicitari dovremmo sempre ricordarci che, nel migliore dei casi, siamo Agenzie di Pubblicità, non Agenzie di Affari. Dov'è finita la ‘valutazione formale periodica’? Ottimo strumento di valutazione sui tanti servizi resi da un'agenzia (un plus, per noi).Senza dimenticare che tutti abbiamo un dovere oltre il lavoro, la formazione. Non credo esista ad oggi, nel nostro Paese, luogo istituzionalmente più adatto delle nostre strutture. L'Università e le varie Facoltà vanno bene, ma solo se accompagnate da una sana e santa gavetta. Giusto per non creare false aspettative ai tanti giovani”.
Benni Priolisi, Priolisi Comunicazione 

Disfattista
“Ormai in Italia è una guerra tra poveri. Si salvi chi può”.
Matteo Bianchi, unopiuunougualeundici soluzioni creative


 

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