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Go Up Group: integrati si nasce, non si diventa. Oggi, 60% adv. 40% oltre

27/01/2009

Con le rp in crescita, qui rappresentate da Interview. E in queste percentuali sta il senso dell’olistico secondo Go Up. Un concetto che ha radici lontane, sin dalla sua nascita, 22 anni fa a Torino, avendo solo di recente rinunciato al media. Perché per l’agenzia l’integrazione deve esserci a monte. Assumendo per dna il valore di un’umanità da condividere. All’interno e all’esterno dell’agenzia. Con clienti che, non a caso, fanno della fedeltà un motivo di reciproco successo. Al microfono di youmark Albert Redusa Levy, ceo di Go Up Group, e Gloria Peccini, managing director Interview P.R. & Press Relations.

Sapendo quanto i rapporti duraturi siano ormai un lusso, seppur unica via per costruire assieme. Soprattutto oggi, con la crisi a sottolineare la strategicità della comunicazione quale leva per mantenere il livello dei consumi. Consci che se si ferma il sell out, si ferma il mercato. E che l’agenzia per funzionare deve poter essere considerata il ‘braccio lungo’ dell’azienda.

Non a caso, il 2008 per Go Up si è chiuso positivamente. Diverse le acquisizioni. Per Interview, tra gli altri, è da ricordare l’esordio italiano dell’Ente Turismo Singapore, ma anche le azioni per il riposizionamento di Bormioli Rocco e gli eventi italiani del lancio delle infradito Havaianas. Così come, sul fronte advertising, Go Up menziona il lavoro svolto per la Regione Corsica, fortemente incentrato sul tema del turismo sostenibile.

E il 2009 non sembra contraddire l’andamento del suo predecessore. Inaugurando l’anno con l’acquisizione a livello europeo della comunicazione North Sails e annunciando ad aprile l’esordio in Italia di Björn Borg Underwear.  Seppur a fare tendenza siano le rp. Sia perché capaci di prendere le distanze da un affollamento pubblicitario sempre più consistente, sia perché erroneamente in molti ancora le pensano il mezzo meno costoso per emergere. Sbagliando, perché se fatte bene sono un’altra cosa.

Senza rinunciare a denunciare il proprio dissenso nei confronti di quelle gare fatte un po’ così. Dove a raccolta sono chiamate agenzie qualitativamente distanti, come se nella scelta dell’auto si potessero paragonare city car, familiari e suv, e dove non c’è né la definizione a priori della remunerazione riconosciuta, né alcun rimborso ai partecipanti. Sottolineando come nelle rp la situazione sia anche peggiore. Tanto da far preferire quelle indette da clienti esteri.

 

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