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Cina, l’avanzata della Middle Class

02/07/2007

Cambia lo scenario di business per la aziende interessate a questo mercato e finora concentrate sull’up target urbano. Uno studio targato McKinsey e intitolato ‘Serving the new Chinese Consumer’ mette in guardia. Milioni di consumatori giovani e con discrete disponibilità economiche attendono di essere conquistati.

La prima ondata nel 2010
Nei prossimi venti anni, a determinare l’andamento dei consumi cinesi sarà una nuova classe che si sta affacciando prepotentemente alla ribalta, il ceto medio, il cui potere d’acquisto ridefinerà le strategie di marketing e comunicazione di tutte le aziende, nazionali e internazionali, interessate a spartirsi la torta. Il cambiamento di scenario è già alla ribalta. Nuovi posti di lavoro più qualificati e stipendi che viaggiano di pari passo, stanno trasformando una popolazione povera e rurale in una urbana e benestante. 

Due gli step più siginificativi
. Una prima ondata, intorno al 2010, con i consumatori della lower middle class, seguiti, una decina d’anni dopo, da quelli della upper middle class. I primi avranno un reddito che viaggerà dai 25.000 ai 40.000 renminbi, i secondi dai 40.000 ai 100.000. Giusto per dare un ordine di grandezza, la soglia dei 100.000 consente a una famiglia cinese di avere lo stesso stile di vita di una statunitense da 40.000 dollari l’anno.

Primi nel food
A dispetto delle classi analoghe di altri Paesi, con buona disponibilità economica tra i 45 e i 55 anni, saranno più giovani, con un’età che viaggia dalle 25 alle 44 primavere, e con bisogni che attendono di essere soddisfatti. Le strategie e l’offerta, in particolare beni di largo consumo e servizi, vanno dunque ristudiate e tarate per un pubblico che ha poco da condividere con quello al di là dei confini nazionali. McKinsey stima che il mercato del food registrerà, da qui al 2027, un incremento del 6.7% annuo facendo della Cina la nazione con la crescita più elevata. Ma lieviteranno anche i comparti del tempo libero, trasporti, comunicazioni, abbigliamento, salute e bellezza, arredamento e tecnologia.

Il cheap non paga
Qualche errore, intanto, è stato già commesso. Ne ha fatto ad esempio le spese l’insegna della gdo tedesca Metro, che per ridurre i prezzi dei propri prodotti si è rivolta per il 95% a fornitori locali. Risultato? Fuggi fuggi dei clienti non appena il proprio portafoglio lo ha consentito. Lezione da cui ha tratto insegnamento Procter & Gamble, che ha adottato una strategia di branding multi-livello, per seguire il cliente nella sua ascesa economica. 

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