Finito il bengodi, per il Mobile Content c’è solo lo strabismo
29/06/2007
Il Mobile Content ha bisogno di un nuovo modello di business. Un mercato alla svolta, dunque, non solo in Italia, ma nel mondo. Mobile tv su Dvb-h, Mobile Internet, Mobile 2.0 e Mobile Advertising, le parole di cui si sentirà sempre più spesso parlare. Perché saranno loro a trainare il futuro. Il 2006, infatti, ha chiuso un ciclo e il modesto 15% di crescita fa dimenticare la sbornia dei trionfali raddoppi.
Il mercato che aveva abituato tutti a incrementi nell’ordine del 50% sta arrivando alla saturazione. I risultati della ricerca 2007 dell’Osservatorio Mobile Content della School of Management del Politecnico di Milano (www.osservatori.net) marcano la necessità di voltare pagina. Diverse le ragioni. La scusa potrebbe essere la scarsa attenzione che i player hanno rivolto ai servizi tradizionali, attirati dal lancio di quelli più innovativi. Ma in realtà, a sorprendere maggiormente, è la ‘maturità’ raggiunta dai clienti, sempre più capaci di discriminare sulla base di un equo rapporto tra prezzo e qualità, strizzando volentieri l’occhio alla concorrenza free del web.
La ‘personalizzazione’ fa flop
I contenuti di personalizzazione (suonerie, wallpaper, ecc) non solleticano più l’utente. Quelli video non fanno più moda. L’innovazione della tv su dvb-h è solo agli esordi. La mobile music è difficile, schiacciata dalla competizione con gli altri device portatili, oltre che dalla possibilità di essere scaricata gratis anche sul cellulare. Grazie alla tenuta dei servizi basati su sms, sostenuti da uno zoccolo duro di abbonati, l’infotainment non delude. Mentre, grazie ai paradigmi del web 2.0, la categoria dei servizi di comunicazione & communiy mostra un certo boom quantitativo (il numero dei servizi cresce del 129%) e qualitativo, meno di business (+ 20%).
Piattaforme tecnologiche
Due le tendenze che potrebbero segnare irreversibilmente il comparto. Da un lato l’introduzione dei mobile site ibridi, a metà tra on e off deck, con possibilità di fruire dei sistemi di billing degli operatori di telefonia. Dall’altro la crescente attenzione al mobile web da parte delle aziende delle telecomunicazioni, delle web company globali e dei produttori di telefonini.
Una ‘strabica’strategia
Vista la situazione, potrebbe sembrare di essere di fronte a un bivio. Ma l’Osservatorio consiglia di non scegliere. Lo strabismo è la via del successo, discriminando tra lungo e breve periodo, tra quanto porterà business del futuro e la necessità di far quadrare i conti ora. Per questo, se occorre investire nel nuovo, che promette ma ancora altrettanto non mantiene, contemporaneamente bisogna spingere le opportunità connesse ai segmenti più tradizionali, con cui ci si garantiscono ‘i numeri’ di fine anno.
Le nuove direttrici
Innovazione, anche all’interno dei segmenti più tradizionali d’offerta. Investimento in comunicazione, su vecchi e nuovi media, per far conoscere le nuove offerte, per spiegarle e per far nascere il bisogno. Messa a punto di idonee strategie di pricing, così che l’utente sia invogliato ad acquistare i mobile content. Attenzione a nuove nicchie di pubblico.
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