Felice Limosani: il business non è il ‘male’. E all’Italia auguro il Brasile
14/01/2009
L’occasione è stata il 60esimo anniversario (1949-2009) di adidas ‘60 years of soles and stripes’. Il risultato, un connubio tra il premium retail fiorentino Luisa via Roma e adidas Originals, il marchio lifestyle del brand, in concomitanza del Pitti Uomo 2009. Un progetto, ‘Celebrate Originality’. Una celebrazione in onore di creatività e originalità, attraverso l’esperienza collettiva della moda. Il tutto è successo ieri, 13 gennaio, con la partecipazione di 200 ospiti tra fashion lovers, press leaders, creative people, international buyer e opinion makers. A rappresentare l’essenza di adidas Originals un’opera site specific, ispirata alla cultura elettronica e al design interattivo, dell’artista Felice Limosani. Youmark lo ha intervistato per capire come, quando e se arte e business possono parlare la stessa lingua.
Ieri, a Firenze, da Luisa via Roma, è stata presentata l’installazione ‘Liquid Story’ ideata da felice Limosani per adidas. E non è la sua unica incursione nell’universo aziendale.
Significa che arte e business possono andare d’accordo?
“In senso creativo sì. Creare, scegliere, interpretare, combinare liberamente prodotti, estetiche e linguaggi artistici come sperimentazione espressiva porta a valorizzare il talento, la propria creatività e il proprio punto di vista originale. Se questo è il percorso che conduce al business, e viceversa, siamo di fronte a una grande opportunità”.
La domanda non era ovviamente casuale, lei, infatti, con la sua arte e la sua creatività, dimostra come il connubio con un obiettivo concreto, di comunicazione, di business, di diffusione, sia possibile. Al punto da chiedersi se non è lì che sta andando il nuovo modo di intendere la stessa arte. Qual è il suo pensiero in merito?
“Marcel Duchamp aveva già intuito questa evoluzione, che interpreto, quando propose in una mostra un orinatoio come oggetto d’arte. In pratica ridimensionò l'aura dell'artista restituendo all'arte l'apertura non elitaria e la capacità di essere strumento di relazione, di lavoro, espressione di sogno e interazione”.
Parliamo di questo ultimo lavoro per i sessant'anni adidas. Da dove è partito per elaborarne l’idea, si è ispirato a qualcuno o a qualcosa, quali i significati che ha voluto trasmettere e che le piacerebbe venissero colti?
“La prima sensazione che ho percepito quando mi parlarono del progetto era nei ‘valori avanzati’ che tutti intendevano esprimere e trasferirmi. Sono partito da questo sentimento ed è così che è nata l'installazione ‘Liquid Story’. Un tributo alla storia che in più di mezzo secolo adidas ha saputo tracciare abbinata alla liquidità, intesa come privilegio naturale di trasformarsi,di muoversi,di adattarsi sempre con grande fluidità e fascino”.
Anche altri brand sportswear hanno fatto ricorso all’arte e alla scultura per rappresentarsi. Come interpreta questa necessità contemporanea delle marche di chiedere per comunicare la collaborazione degli artisti?
“Gli artisti e comunque le persone creative nel loro coinvolgimento di solito restituiscono emozioni e sensazioni. Credo che la vera necessità sia legata al bisogno sempre più diffuso di relazione e interazione umana. Questo approccio è capace di rinnovare costantemente la poesia di cui tutti vogliamo essere parte. Aziende, artisti, persone”.
Qual è la sua opinione sul mondo della comunicazione italiana, dalla pubblicità agli eventi, al retail?
“La situazione è ferma su molti fronti ma su altri è decisamente avanti. Il mondo retail, a mio avviso, è in ritardo sulla tecnologia. Che non è solo trend, ma strumento contemporaneo e sostenibile per la vendita. La pubblicità non la commento, è sotto gli occhi di tutti”.
Potendo scegliere, a quale paese augurerebbe all’italia di assomigliare creativamente parlando?
“Al Brasile”.
Qual è il brand che secondo lei meglio sta interpretando la contemporaneità, per prodotti, comunicazione, relazione con il suo pubblico?
“Sicuramente adidas, altrimenti non staremmo qui a parlarne. Il messaggio del progetto ‘celebrate originality’ è una sintesi in cui mi sono immediatamente identificato, come uomo e come artista. A seguire non mi dispiacciono Swarovski e Apple” .
Chi è Felice Limosani
La sua vita professionale inizia come Dj. Oggi ha 42 anni. Nel 2000 ha inventato il linguaggio degli Mms, disegnando i servizi emoticon per la prima volta per i cellulari forniti di Umts. Come produttore discografico, è il creatore di 'Limos - The Night (Goes on)' (London 2001 - Universal - Sony Music), successo europeo e primo esempio di emotional house. Come artista, ha creato installazioni per l’Unesco, Sketch Gallery (Londra), Ta Matete (Roma e Milano), Tempio di Adriano (Roma) e il Ravello Festival. I suoi lavori multimediali in Dvd sono stati scelti dalla Tate Modern, Centre Pompidou e Palais de Tokyo. Limosani lavora con l’idea di associare la creatività espressiva alla comunicazione e l’arte contemporenea al commercio.
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