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Balducci/Armando Testa: quando il brief è 'dritto', la creatività gode

17/12/2008

E' il caso del recente spot ideato per Lancia in occasione del nono Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace. Sicuramente molto strategico, istituzionale, meno direttamente coinvolto nell’obiettivo di vendere. Insomma, in un periodo come quello attuale, in cui la creatività sembra essere l’ultima preoccupazione delle aziende, a youmark è venuta la voglia di chiedere al direttore creativo Raffaele Balducci che effetto ha fatto potersi cimentare in un progetto così. 

“La realizzazione è stata una un'incognita fino all'ultimo momento per i mille incidenti diplomatici e le variabili che potevano nascere in ogni istante, sino alla fine. Abbiamo prodotto il film in condizioni di assoluto realismo. E’stato entusiasmante. L’opportunità di lavorare a un’operazione cui solitamente non sono abituate le agenzie di pubblicità. E noi di Armando Testa ce l’abbiamo fatta, dimostrando che è possibile produrre in dodici ore un reportage con dentro un’idea forte pensata a tavolino, che è possibile riuscire a comunicare diversamente. Fantastico vedere all'opera una squadra coesa e unita sul serio. E' un film che farà gran bene al brand nel lungo periodo. Insomma, lo ripagherà e anche molto bene. La creatività ha questo di ineguagliabile, sedimenta. Non ci sono ma che tengano”. 

Tra l’altro film e non solo, visto che le declinazioni sono molteplici, con in testa il web. E’ questo il giusto modo di interpretare la comunicazione contemporanea e con essa la sua creatività?
“Questo e molto altro ancora. In un'operazione del genere, l'efficacia di tutte le declinazioni deriva dal successo dell'operazione principale, che in questo caso era documentare nella maniera migliore possibile il giorno dell'evento. Essere presenti lì, con i Nobel, condividere con loro i contenuti del Summit, di cui val la pena ricordare il titolo 'For A World Without Violence', insomma essere protagonisti, questo ci ha aiutato molto a declinare i mezzi”. 

Come da te già detto, si tratta di un progetto di istant advertising, realizzato in meno di due giorni anche dalla casa di produzione. Come è nata la storia di questa campagna?
“L'idea è nata da un'intuizione. Anzi, sarebbe meglio dire da un ‘come sarebbe bello se…’. E' nata dalla storia personale di Aung San Suu Kyi. E' nata dall'entusiasmo di Olivier Francois, amministratore delegato Lancia. E' cominciato tutto nei primi giorni di settembre. Adesso è bello parlarne, ma è stato un lavoro altrettanto duro. Più volte sembrava dovesse andare tutto all’aria, anche a sei ore dall’on air. Lancia è stata bravissima. L'ha voluto fortemente. E’ riuscita a mettere assieme quattro premi Nobel, ad avere la condivisione e disponibilità delle reti internazionali per l’emissione del filmato, l’autorizzazione a riprendere l'evento nel cuore di Parigi, all’interno dell’ Hotel de Ville. A noi, invece, il merito di un'idea forte a supporto dell'operazione, con Little Bull a permettere che il filmato, girato fra la mattina ed il primo pomeriggio del giovedì, fosse finalizzato il giorno successivo, per le 8.30. In due tagli, in tre versioni di lingua, con tre traduzioni differenti del testo sovra impresso”. 

Per quanto riguarda il brief, vi erano stati enunciati particolari obiettivi di comunicazione, se sì, quali e quanta l’importanza attribuita alla loro misurabilità?
“Per una volta il brief era davvero facile, grazie alla decisa volontà di Olivier Francois di fare un film semplicemente su quanto stava avvenendo. Lancia che sostiene il Summit dei Premi Nobel per la Pace e chiede la liberazione di Aung San Suu Kyi. E quando i brief sono così ‘dritti’, la creatività non può che giovarsene”.

 

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