Rossi/Ing Direct: Conto Corrente Arancio senza imposta di bollo
22/10/2008
Obiettivo arrivare in tre anni al 10% di cross selling sui clienti. Aprendo in contemporanea al mercato. Potendo contare oggi su un portafoglio pari al 3% dei possessori di conti bancari in Italia, ammontante a circa un milione di clienti. Parliamo della presentazione, avvenuta ieri a Milano, del nuovo Conto Corrente Arancio. Con cui Ing Direct abbandona la qualifica di banca ‘gregaria’, incalzando nella competizione di mercato. Un lancio che avviene ‘in sordina’, muovendo sui clienti acquisiti, per scatenare solo poi la comunicazione, a 2009 iniziato, a firma Leo Burnett, come voluto dallo scorso luglio per il nuovo corso della zucca. Spendendo complessivamente 50 milioni di budget. Per il 50% in advertising, seppur internet valga il 25%, contro il 5% della media del mercato. Sergio Rossi, vice president Marketing&Communication Ing Direct Italia, al microfono di youmark.
Un lancio già pianificato. Non riconducibile, dunque, a una sorta di strategico tempismo. Ing Direct, infatti, ha presentato Conto Corrente Arancio semplicemente per puntare dritto al cuore degli italiani, non tanto per rasserenare sull’effetto della contemporanea crisi, a cui pensa l’adesione al fondo di tutela dei depositi italiani, pari a 103.000 euro per correntista, avvenuta nel 2002. Che si somma a quella olandese, di recente incrementata ai livelli nostrani. Aggiungendo la ricapitalizzazione decretata dal medesimo governo, iniettando nei conti dell’Istituto 10 miliardi di euro, in cambio di azioni privilegiate, senza diritto di voto.
Il nuovo conto corrente, dunque, nasce per inserirsi nel contesto competitivo di chi può soddisfare l’80% dei bisogni ‘bancari’ di noi italiani. Perché senza si resta solo gregari. E per convincere, sceglie di qualificarsi a costo sottozero, vestendo i panni di ‘terza rivoluzione’ Ing, dopo Conto Risparmio e Mutui, offrendo al mercato quanto già esiste, ma stravolgendone le regole.
Che qui hanno un nome: costi. Se si accredita lo stipendio o se si ha un deposito medio di almeno 3.000 euro, infatti, non si paga nemmeno l’imposta di bollo, 34,2 euro, garantendo operazioni illimitate in Italia ed Europa, con possibilità di collegamento al Conto Arancio e rendimenti dal 3% al 5,20% lordo.
Ovviamente, bancomat Vpay e carta di credito Visa oro a zero canone, sia per il primo che per gli anni successivi. Credendo che il tasto sia quello giusto. Specie in un’Italia afflitta da un costo medio annuo dei conti correnti tra i più alti d’Europa. 182 euro, contro i 95 di Francia, Spagna e Germania e i 16 della Gran Bretagna .
Con l’internet banking a convincere oggi il 24,4% dei ‘bancarizzati’, ma con solo il 3,7% a scegliere una banca online pura, pur esprimendo interessanti potenziali di crescita. Una ricerca commissionata alla Sda Bocconi, infatti, mostra come dai 1.100.000 clienti attualmente attivi, le stime a 12 mesi facciano pensare a 1.740.000 nuove acquisizioni. E non soli giovani, pure over 50. Allettati dalla convenienza economica, dalla trasparenza, dalla libertà di scelta e dalla comodità.
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