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Camisani Calzolari: internet alleato delle aziende, non solo per marketing e pubblicità


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Alberoni: la crisi fa piazza pulita, perchè nascano nuove creatività


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Lucchi: la domanda vuole con l'offerta un rapporti orizzontale. E le banche fanno finta di non capire


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Motterlini: paura sì, panico no
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Mediolanum Market Forum: Abunai Ki, problemi e opportunità

21/10/2008

Un inno all’ottimismo. Perché anche e soprattutto di questo hanno bisogno mercati, aziende e risparmiatori. Invocando il ritorno dell’attenzione all’economia reale, all’informazione trasparente, alla formazione degli ‘addetti ai lavori’. Così come richiamando la classe dirigente a tutte le responsabilità del caso. Con l’invito all’avidità quando tutti hanno paura e alla paura quando tutti sono avidi, che ben sintetizza il pensiero di un guru del calibro di Warren Buffet, a rappresentare esempio dell’atteggiamento che paga. Perché, nel lungo, il mercato non ha mai tradito, lasciando le crisi posto a rialzi sempre più consistenti. Youmark propone alcuni stralci degli interventi susseguitisi ieri mattina a Milano, in occasione del Mediolanum Market Forum. 

Che ricordiamo inserirsi nella Mediolanum Market Marathon, trasmissione televisiva di 24 ore non-stop fruibile sul canale 803 di Sky e su Mediolanum Channel. Con l’obiettivo di trasferire ottimismo. Perché il panico non fa bene a nessuno. Nemmeno agli investitori, danneggiati da decisioni che guardano all’oggi, non considerando il futuro, i cui storici mostrano quanto in borsa i periodi di rialzo siano più duraturi e forti di quelli al ribasso, tendendo sempre alla crescita.

Senza dimenticare che ogni crisi nasconde opportunità. Anche creativamente parlando. Perché libera terreno alla nascita di nuove idee. Basta guardare al passato. A come gli anni che seguirono al ‘29 furono proliferi di innovazione, da Kodak e la sua prima pellicola a colori alla prima produzione di neoprene, all’esordio del motore diesel.

L’importante è non avere paura. Meglio, non cadere nel panico. Considerando che la risposta ai nuovi investimenti è diversificazione. Per tipo di azienda, guardando a quelle con capitalizzazione inferiore ai mezzi propri, per prodotti, per area geografica.

Invitando tutti a inserirsi nelle nuove regole che definiscono la relazione impresa-pubblico. Non più rapporti verticali, in cui il mercato subisce la volontà dell’offerta, ma interscambio orizzontale, in grado di soddisfare un consumatore evoluto, informato, critico. E il meccanismo coinvolge anche e soprattutto le banche, pur se molte fingono ancora di non capire.

Infine uno sguardo a internet, che dopo la sopravvalutazione del 2001 è oggi un’industria fiorente. Vista però con un certo sospetto, senza sfruttare le potenzialità che la rete sa offrire a tutte le aziende, divenendone alleata. Non solo in tema di marketing e pubblicità, ma trasversalmente, su tutto. In nome di efficacia e innovazione.

 

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