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Alessandro Orlandi, creative director Saatchi & Saatchi
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Riflessioni before the Cyber Lions

13/06/2007


Nel cyber l’Italia è ancora ai ‘margini’. La colpa è della nostra ‘specificità’, per cui il mondo non ci considera capaci di ‘linguaggi internazionali’. Ecco perché i nostri talenti hanno bisogno di occasioni, di case history di rilievo per entrare in gioco.

Costruire credibilità nel cyber significa riuscire a stupire con progetti differenti che partano dalla conoscenza del brand proponendo negli anni un costante livello qualitativo. Il nemico da combattere è la mancanza di progetto. L’Italia non brilla perché non ha case history internazionali. L’Italia non ha case history perché non ha aziende che chiedono un linguaggio internazionale. Le poche che lo fanno, vedi Diesel, non utilizzano le nostre agenzie. Perché?
Youmark lo ha chiesto ad Alessandro Orlandi, creative director Saatchi & Saatchi, oltre che giurato Cyber Lions a Cannes 2007.

“Mancano clienti italiani. Il nostro orgoglio sono la moda e il design, dove tanto è prodotto e poco comunicazione, mentre aziende come Barilla, Enel, all’estero vogliono esprimere la loro italianità. E’ un circolo vizioso: non avendo case history internazionali non siamo tenuti in considerazione, non essendo interpellati, non riusciamo a crearci un portafoglio di progetti da mostrare. L’80% delle nostra comunicazione si rivolge all’Italia, il 20% al mondo, ma con ‘linguaggio italiano’. Il creativo italiano pensa da italiano”.

Chi vince a Cannes?
Il concept. Essendo la qualità una condizione sine qua non, ci si può concentrare sull’idea.

Perché, la qualità nel cyber non è un dato acquisito?
Non sempre. In Italia succede di rilevare differenze tra realizzazione tecnica e idea.

Ad esempio?
Il progetto Alfa nuova Brera, tecnologicamente perfetto, ma non altrettanto forte nell’idea, o i progetti Fiat, con bellissime idee ma tecnicamente non altrettanto.

Il web va di moda, ma è poi vero che va bene per tutti?
L’obiettivo è soddisfare il cliente, raggiungendo il suo target. Il come dipende dalla specifica situazione, che sposta su uno o l’altro media il perno di scelte comunque olistiche. L’oggetto è una scarpa da personalizzare? Il fulcro della comunicazione sarà l’on line, declinando il resto di conseguenza. Ma altrettanto valide possono essere strategie diverse. La catena H&M, ad esempio, ha di recente puntato sulla presenza in tv, lasciando al web la funzione di catalogo.

In attesa di conoscere il nome dei migliori lavori che vedrete a Cannes, quale è la tendenza creativa più rilevante del comparto e quali le campagne 2006 che le sono più piaciute?
Ecco i link alle campagne per me più belle dell’ultimo anno: 
http://sixjourneys.mercedes-benz.co.uk/r-class/home.php 
http://www.weavetoshi.co.jp/ 
http://www.nike.com/nikeair/us/  
http://www.oooooouch.com/ 
http://www.ikea.com/ms/sv_SE/kampanj/fy06_dromkok/dromkok.html
http://www.uniqlo.com/us/
Segnalo anche la nostra: ‘pena di morte’, che abbiamo peraltro iscritto a Cannes
http://www.vision.saatchi-saatchi.it/work/onlineadv/penaMorte/  

Per quanto riguarda le tendenze, i video stanno conquistando internet, con produzioni molto vicine agli spot tv, comportando un ampliamento delle competenze e delle figure professionali necessarie alla realizzazione dei progetti: art, copy, direttore creativo, regista, designer 3D, sound designer, ecc. Ecco perché è sempre più indispensabile creare squadra, lavorare sinergicamente in team. Anche il miglior concept, infatti, ha bisogno di uno sviluppo eccellente per diventare campagna di successo.




 

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