Professione opinionista, con ‘Artù’ di Rai Due si può
16/09/2008
Perché in effetti è questo il fine ultimo della seconda edizione della trasmissione di Rai Due, in onda in seconda serata dal 18 settembre, per dieci puntate, sempre con Gene Gnocchi conduttore, ma affiancato dal debutto in Rai di Elisabetta Canalis. Che ha, come da Gnocchi scherzosamente dichiarato, il compito di attrarre il target dei calciatori. Ma non solo. Visto che l’ex velina si mostrerà pure in un’inedita veste ‘sociale’. In ogni puntata, infatti, offrirà il suo contributo al tema, inaugurando con una giornata da dedicare a un anziano.
Non è più la tavola rotonda il centro della scena. A dominare lo studio M2 di via Mecenate una grande ruota a spicchi luminosi, parodiando quella famosa 'della fortuna’. Perché quest’anno ‘Artù’ è anche un gioco, oltre a un quiz, un talk show, un corso di formazione. Obiettivo: preparare gli opinionisti del futuro. Che, complici la scarsa professionalità dell’offerta e l’ampiezza della domanda, sono diventati più preziosi dell’oro per la televisione contemporanea.
‘Talk-game-talent-info-show’ il termine coniato, sfidando i conduttori Gene e Canalis a forgiare i migliori da immettere sul mercato. Cinque gli ospiti (per la prima puntata a oggi sono certi solo l’ex onorevole Daniela Santanchè, l’attore Pierfrancesco Favino e il campione di canoa Gaetano Galtarossa), più una riserva. Con Guido Bagatta a onorarsi del titolo di peggior opinionista, sfoggiando prova del suo talento con trattazioni in diretta.
Oltre ai presenti in studio, sollecitati a misurarsi con i temi scelti dalla suddetta ruota che gira, dall’esterno interverranno anche personaggi della politica, spettacolo, cultura, coinvolti dai collegamenti di Gabriella Germani. Il tutto temendo l’imparziale verdetto di una giuria di molto noti, capitanata da un presidente. Ma sono ancora in corso discussioni circa la sua designazione, da svelarsi direttamente il 18.
La regia della nuova serie di ‘Artù’, ideato e scritto da Luca Bottura, Martino Clericetti, Tommy Dibari, Fabio Di Credico, Francesco Freyrie e Gene Gnocchi, è di Rinaldo Gaspari. La scenografia, di Cappellini e Licheri.
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