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Da sinistra a destra, Francesca Andriani, Francesco Emiliani, Michele Milanesi e Simona Anioni
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Emiliani/Grey: il mio reparto creativo è open

15/09/2008

E non nel senso di ricerca di nuovi collaboratori. Non è tale, infatti, il significato di questo ‘open’. Che qui sta per integrazione estremizzata, allargando a panoramiche totali. Perché il pensiero, anzi l’azione laterale, fanno la differenza. Come a youmark racconta Francesco Emiliani, direttore creativo esecutivo Grey Group, facendo outing dei risultati artistici extra pubblicità collezionati di recente dai suoi. Compreso un primo premio al Festival Internazionale del Corto di Mompeo, meritato dal suo cortissimo.

In ordine di apparizione, a essere menzionata da Francesco Emiliani è la copy senior Simona Angioni, che è stata tra le attrici protagoniste a teatro con lo spettacolo ‘Dio Mercato Chorus’ di Walter Leonardi andato in scena quasi fino all’estate. Segue la copy Francesca Andriani, che ha visto con Giovani Cosmetici una bella e nuova pubblicazione letteraria. Diciotto autori under 40 e diciotto testi tutti italiani e contemporanei selezionati tra più di 2000 editi da Sartorio dove la bellezza dello scrivere rimane al centro delle storie. 

C’è poi Michele Milanesi, tv producer/batterista, che andrà a esibirsi con il suo gruppo Coolsoundmachine in una delle serate del Milano Film Festival. Infine, lo stesso Emiliani, direttore creativo esecutivo, che con una sua opera ha vinto nella sezione cortissimo il primo premio al Festival Internazionale del Corto di Mompeo. 

Iniziamo da qui. Tre minuti da guardare, con le cuffie come tu suggerisci. Un omaggio al mondo del cinema. In effetti un successo, visto che è arrivato primo al Festival. Ti lascerai tentare da questa vittoria, scivolando in area regia?
“E’ solo che amo cimentarmi. Oggi il mio lavoro mi piace. E il cambiamento della Grey lo dimostra, confermandomi anche che lo so fare bene”. 

Pensi che i buoni risultati c'entrino con l’eterogeneità di passioni artistiche presenti nel tuo team?
“Tutte le agenzie cercano di accaparrarsi creativi eclettici, che sappiano mescolare competenze on e off line. Noi andiamo oltre, estremizzando ulteriormente il mix. Un gruppo dalle vedute laterali, con panoramiche totali. Che non significa essere attori, registi o scrittori mancati. Ma avere una passione ampia. Il lavoro in pubblicità ti può obbligare a dedicarci del tempo. Ma la passione deve essere la tua. Secondo me è superiore in chi ha anche una seconda, terza, o quarta vita”. 

Non si corre il rischio che la pubblicità per loro sia solo un tramite?
“Onestamente non mi preoccupo di sapere quale sia il loro sogno. Guardo al risultato. La creatività pubblicitaria oggi genera meteore. Non è più come una volta quando nascevano ‘figure mitologiche’ capaci di sopravvivere alle generazioni. Il lavoro creativo ha durata sempre più breve. Ben venga se si è capaci di crearsi anche un futuro diverso”. 

A livello di lavoro creativo, invece, in cosa si vede la differenza?
 
“Nel terreno di dialogo, che è fondamentale. Per un confronto tra persone che hanno uno spazio mentale capace di girare anche dietro la tua testa”. 

Insomma, in Grey se non sono artisti non li volete?
“No, ma sicuramente cerchiamo persone capaci di pensiero laterale, anzi, con azione laterale. Perché è quanto fa la differenza. Noi pubblicitari, infatti, non siamo che ‘ladri’ di arti grandi. Una nicchia che esiste facendo propri e reinterpretando frammenti altrui, che ruba un po’ qui e un po’ là”.

 

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