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Con il web 2.0 internet fa 'boom'

02/04/2007

Il ‘my internet’ batte 28 a 18 quello ‘tradizionale’. A tanto, infatti, ammonta il divario delle ore che il così detto web 2.0 ‘cattura’ in più agli utenti. Senza dimenticare la loro fedeltà alla comunità prescelta, specie quando in causa sono chiamati gli ‘heavy user’.

Un dato che farà piacere alla comunicazione: se in Italia il numero di navigatori della rete, gennaio 2006 su gennaio 2007, è aumentato del 4%, a rendere interessante la prospettiva è il tempo dedicato al web che, grazie al ‘my internet’ cresce di ben il 36%, con un maggior numero di siti visitati per sessione di collegamento. 

Dunque, gli indirizzi che danno all’utente il controllo dei contenuti hanno fatto aumentare la frequenza delle visite, grazie alla ‘vivace’ operazione di verifica del ricevimento di risposte, alla condivisione di informazioni, esperienze e opinioni di cui sono presupposto, influendo così ‘sull’opportunity to see’ e quindi sull’efficacia degli stessi messaggi. 

E’ solo una delle conclusioni cui è giunto il primo studio quantitativo italiano sul fenomeno del web 2.0, che Daniele Sommavilla, vice president south Europe di Nielsen//NetRatings, ha presentato lo scorso 30 marzo a Milano nel corso del convegno ‘Marketing reloaded: slogan o vero cambiamento?’ I

In primo piano la classifica delle categorie più visitate, dalle ‘communities’, leader con 8 milioni di utenti, agli altrettanto seguiti ‘giants’ (7 milioni di utenti), ossia YouTube, Wikipedia e My Space, sino ai ‘virtual life’, con ‘second life’ a fare oggi da padrone. 

A usare principalmente il web è un pubblico maschile, di età variabile tra i 18 e i 34 anni, anche se è lo specifico sito a determinare in dettaglio la qualità dell’audience, generando ognuno una propria caratteristica segmentazione. Tra tutti, poi, il target maggiormente appetibile per comunicazione e brand è quello dei così detti ‘heavy users’. 

All’incirca 5.300.000 utenti, fortemente attratti dal ‘protagonismo’ nel mondo on line. Il 60% di loro, comunque, frequenta anche indirizzi di news generaliste, leggendo quattro fonti diverse per mese, il doppio della media nazionale. La difficoltà sta nel riuscire a trattenerli più a lungo dei 45 secondi a pagina rilevati, garantendo al contempo la loro necessità di controllare il più possibile anche l’esperienza con l’advertising on line. 

Ma questa è un’altra storia e Nielsen//NetRatings ha già promesso di dedicarle un ulteriore approfondimento nei prossimi mesi, con la collaborazione di importanti editori.

 

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